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Analisi del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali tra i lavoratori del settore rifiuti

Ambiente, un’analisi del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali tra i lavoratori del settore

Online sul sito dell’Inail, lo studio indaga le rischiosità specifiche di questo ambito professionale per migliorare gli interventi finalizzati alla prevenzione. Coinvolte circa 200 imprese del settore ambiente associate a Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas. I rischi maggiori nell’attività di raccolta dei rifiuti

Raccolta rifiuti

Realizzare un vero e proprio strumento di prevenzione per rendere i lavoratori del settore ambiente consapevoli dei rischi che affrontano ogni giorno. È questo l’obiettivo dei professionisti e de ricercatori dell’Inail, impegnati da anni, insieme a Utilitalia (la federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas) e Fondazione Rubes Triva (organismo paritetico della federazione), nell’analisi statistica degli eventi lesivi del settore e nella diffusione dei risultati, pubblicati in un volume disponibile sul sito dell’Istituto. Il testo, che propone una lettura approfondita del fenomeno infortunistico, è stato redatto dalla Consulenza statistico attuariale (Csa), dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp), dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail e da Utilitalia e da Fondazione Rubes Triva.
 
In calo del 5% le denunce di infortunio nel quinquennio 2013-2017. L’importanza della consapevolezza del rischio e della prevenzione emerge dai dati dello studio: a fronte di un aumento del 10% degli addetti-anno si è registrata una diminuzione del 5,1% degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail tra il 2013 e il 2017. Un trend coerente con quanto rilevato nell’intero settore dell’igiene ambientale, dove, nello stesso periodo, gli infortuni sono calati del 2%, grazie anche alle attività di tutela della sicurezza promosse negli ambienti di lavoro dall’Inail, da Utilitalia e dalla Fondazione Rubes Triva, regolate da un protocollo d’intesa siglato nel marzo 2018.
 
Nel Lazio oltre il 20% dei casi di infortunio. Dalle aziende prese in esame, che contano circa 84mila addetti/anno, sono arrivate, nel 2017, 5.348 denunce di infortunio, l’89,8% delle quali relativo a infortuni accaduti in occasione di lavoro, e quasi sempre (93,7% dei casi) senza mezzo di trasporto. Il rimanente 10,2% degli infortuni denunciati è avvenuto, invece, in itinere. Nel Lazio il maggior numero di casi, con 1.127 denunce (il 21,1%), seguito dalla Lombardia con 904 denunce (16,9%), Toscana (12,0%) e Veneto (9,1%). L’83,4% degli infortunati è di sesso maschile, mentre per le donne si registra una percentuale più alta di infortuni in itinere rispetto agli uomini (17,1% contro 8,8%). Per entrambi i sessi, le classi di età più colpite sono 50-64 anni e 35-49, con, rispettivamente, il 44,7 e il 43,9% dei casi. Otto i casi mortali, di cui cinque avvenuti in occasione di lavoro e tre in itinere.
 
L’83% delle denunce dagli addetti alle attività di raccolta. Nel 2017 in Italia sono attive 3.800 aziende che si occupano di servizi di nettezza urbana, compresa la raccolta, con oltre 150mila addetti/anno occupati, che hanno denunciato all’Inail circa 11.400 infortuni sul lavoro. Le imprese associate a Utilitalia del settore ambiente registrate nella voce di tariffa prevalente “Servizi di nettezza urbana” rappresentano il 4% di queste aziende, con circa 56mila addetti/anno e quasi 4.500 casi di infortunio denunciati nello stesso anno, ossia il 39% dei casi dell’intero comparto di igiene urbana italiano. Tali denunce rappresentano l’83% del complesso delle denunce di infortunio delle aziende del settore ambiente associate a Utilitalia. Cinque i casi mortali registrati, quattro avvenuti in occasione di lavoro e uno in itinere con utilizzo di mezzo di trasporto. L’84% degli infortuni denunciati è stato definito positivamente dall’Istituto, insieme a tre delle cinque denunce di infortunio con esito mortale.
 
Più giovani rispetto agli uomini le donne infortunate. Quasi tutti gli infortuni accertati positivi riguardano lavoratori di origine italiana (96%) seguiti a distanza da marocchini, albanesi, rumeni e tedeschi. L’84% degli infortunati sono uomini e la maggior parte ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni, mentre tra le donne la classe di età più colpita è quella tra i 35 e i 49. Per quanto riguarda, invece, le modalità di accadimento, si assottiglia la differenza tra la percentuale di infortuni in itinere delle donne e quella degli uomini (8,8% contro 6,3%) in queste attività, rispetto a quanto rilevato per il complesso delle aziende associate dove la percentuale di infortuni in itinere delle donne rispetto agli uomini è circa il doppio (17,1% contro 8,8%).
 
Lussazioni e distorsioni i danni più frequenti. Le principali nature delle lesioni riportate sono state lussazioni, distorsioni e distrazioni di caviglie, colonna vertebrale, ginocchia e cingolo toracico insieme alle contusioni di mani, ginocchia e cingolo toracico. Le parti del corpo più colpite, invece, indipendentemente dal tipo di natura della lesione, sono risultate le mani (17%), il cingolo e la parete toracica (14%), le caviglie (12%), seguite da colonna vertebrale (11%), ginocchia (11%), cranio (4%), polso e piede, entrambi con il 4%.  
 
Dorsopatie e lesioni della spalla le principali malattie professionali. Le tecnopatie maggiormente denunciate sono le malattie del sistema osteomuscolare, in primis dorsopatie e lesioni della spalla, causate rispettivamente dalle vibrazioni trasmesse a tutto il corpo dai veicoli e dal sollevamento di carichi pesanti (> 20 kg) e dal lavoro ripetitivo con movimenti irregolari. Denunciate principalmente da uomini (87%) di età compresa tra i 50-64 anni.
 
Fonte INAIL

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