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Rischi del lavoro notturno: quali sono e come si gestiscono?

 

Sono numerose le aziende che chiedono ai loro lavoratori di svolgere le loro attività di notte per motivi organizzativi o per la natura del loro lavoro. Pertanto, i lavoratori impiegati da queste aziende devono trascorrere parte o tutto il loro orario di lavoro nel periodo notturno.

Il lavoro notturno è quell’insieme di attività che i lavoratori svolgono nelle ore notturne, quindi almeno 7 ore consecutive di lavoro svolto nell'intervallo tra le ore 22:00 e le ore 07:00 del giorno successivo.

Queste mansioni svolte di notte comportano rischi e conseguenze specifici per i lavoratori che necessitano di misure di prevenzione e protezione accurate, individuate dal responsabile della loro salute e sicurezza: il datore di lavoro.

Scopri di più sui rischi del lavoro notturno e sugli obblighi del datore di lavoro in questo articolo di Soterikon. Siamo una società che eroga servizi di sicurezza sul lavoro a Milano e a Melzo. Affianchiamo le aziende nella formazione dei loro dirigenti e dipendenti, ma non solo: eroghiamo anche servizi di sorveglianza sanitaria, in modo da rendere qualsiasi attività sicura, a norma di legge, ma anche produttiva.

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Definizione di lavoro notturno

Secondo la normativa vigente, in particolare l'articolo 1, comma 2, del decreto n. 66/2003, la definizione di lavoro notturno è strettamente legata a quella di periodo notturno e lavoratore notturno.

In particolare:

  • "periodo notturno": periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino;

  • "lavoratore notturno":

1) qualsiasi lavoratore che durante il periodo notturno svolga almeno tre ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale;

2) qualsiasi lavoratore che svolga durante il periodo notturno almeno una parte del suo orario di lavoro secondo le norme definite dai contratti collettivi di lavoro. In difetto di disciplina collettiva e' considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga lavoro notturno per un minimo di ottanta giorni lavorativi all'anno; il suddetto limite minimo e' riproporzionato in caso di lavoro a tempo parziale.

 

Quali sono i rischi del lavoro notturno

Anche se a volte viene sottovalutato dai datori di lavoro, in realtà il lavoro notturno porta con sé numerosi rischi per la salute del lavoratore. Si tratta di rischi a livello sia fisico che psicologico che possono tradursi in vere e proprie malattie professionali.

Il rischio più evidente legato al lavoro notturno è relativo alla distorsione del ciclo sonno/veglia, che influisce negativamente sull'organismo, rendendo i lavoratori notturni più inclini a problemi di salute significativi.

Secondo recenti ricerche, infatti, l’alterazione del ritmo circadiano comporta nel lungo periodo malattie di tipo cardiovascolare, neurologico e anche forme di cancro difficili da trattare.

Nel breve periodo, invece, si possono manifestare altri tipi di disturbo: disturbi del sonno, disturbi digestivi, stress, variazioni di peso significative. A fronte di tali rischi, la normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro impone ai datori di lavoro il compito di raccogliere informazioni sui rischi presenti nella propria azienda, senza sottovalutare quelli legati allo svolgimento del lavoro notturno.

 

rischi lavoro notturno 

 

Valutazione dei rischi del lavoro notturno e stesura del DVR

Il primo obbligo del datore di lavoro è quello di raccogliere informazioni sui rischi presenti nella propria azienda, analizzandoli a fondo e individuando delle misure di sicurezza per eliminarli o ridurli.

Una volta effettuata questa valutazione dei rischi, supportato dal RSPP e dal medico competente, deve inserire nel documento di valutazione del rischio DVR tutti i rischi che ha individuato, ma anche le modalità di analisi e le misure di prevenzione e protezione per contenerli.

In particolare, nel DVR non possono mancare:

  • tipologia del lavoro notturno;
  • caratteristiche dell'ambiente di lavoro;
  • attività di lavoro eventualmente vietate;
  • la presenza di persone escluse dal lavoro notturno;
  • rischi esterni, quali furti, rapine o altri eventi inaspettati e che non dipendono dall’azienda;
  • misure di prevenzione e protezione per ridurre questi rischi.

 

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Come ridurre i rischi del lavoro notturno

Una volta svolta la stesura del DVR, il datore di lavoro deve individuare delle misure di prevenzione e protezione per tutelare la salute e la sicurezza dei suoi dipendenti che lavorano di notte.

Queste consistono:

  • nella formazione dei lavoratori impiegati nei turni notturni, che devono conoscere i rischi a cui sono esposti e ad adottare i comportamenti adeguati per evitare l’insorgenza di malattie professionali nel lungo termine;

  • nell’individuazione di un piano della gestione delle emergenze e di primo soccorso nel caso in cui durante il periodo notturno si verifichi un pericolo immediato;

  • nella migliore gestione dei turni di lavoro;

  • nella sorveglianza sanitaria.

 

Organizzazione del lavoro notturno

All’interno del Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66, "Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro", si possono leggere le direttive su una migliore organizzazione della turnazione dei lavoratori notturni.

L'orario di lavoro dei lavoratori notturni non può superare le otto ore in media nelle 24 ore, salva l'individuazione da parte dei contratti collettivi, anche aziendali, di un periodo di riferimento più ampio sul quale calcolare come media il suddetto limite. Vi possono essere poi, previa contrattazione collettiva, riduzioni dell'orario di lavoro o dei trattamenti economici indennitari nei confronti dei lavoratori notturni.

L’obiettivo di una migliore organizzazione e gestione dei lavoratori notturni è quello di non infierire troppo sul ciclo sonno/veglia, lasciando agli addetti il tempo di riposare e di non sentirsi sovraccaricati di lavoro.

 

Sorveglianza sanitaria

La valutazione dello stato di salute dei lavoratori addetti al lavoro notturno deve avvenire attraverso controlli preventivi e periodici adeguati al rischio cui il lavoratore è esposto, secondo le disposizioni previste dalla legge e dai contratti collettivi. Durante il lavoro notturno il datore di lavoro garantisce un livello di servizi o di mezzi di prevenzione o di protezione adeguato ed equivalente a quello previsto per il turno diurno.

In questo senso, gioca un ruolo fondamentale il medico competente, il quale deve verificare lo stato di salute di ogni lavoratore notturno, individuando preventivamente quei sintomi che potrebbero anticipare la comparsa di una malattia professionale.

Qualora sopraggiungano condizioni di salute che comportino l'inidoneità alla prestazione di lavoro notturno, accertata dal medico competente o dalle strutture sanitarie pubbliche, il lavoratore verrà assegnato al lavoro diurno, in altre mansioni equivalenti, se esistenti e disponibili.

Concludiamo dicendo che non possono effettuare il lavoro notturno alcune categorie di lavoratori: donne in gravidanza o con bambini al di sotto dell’anno di età, lavoratori giudicati non idonei e lavoratori minorenni.

 

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