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Sicurezza sul lavoro e rischio organizzativo

Nei luoghi di lavoro non esistono solo rischi evidenti come quelli legati alla salute e sicurezza fisica dei lavoratori, ma anche di tipo psicosociale. Questi sono detti rischi organizzativi, causano stancamento eccessivo e devono essere valutati dal ogni titolare d'azienda.

Sono molti i fattori che accrescono il rischio organizzativo: ritmi frenetici, rapporti tossici con colleghi e superiori, scarse prospettive di carriera, troppe responsabilità e altri fattori di questo tipo possono sovraccaricare il lavoratore e portarlo a percepire pesantezza e disagio, sia psicologico che fisico. 

 

sicurezza sul lavoro e rischio organizzativo

 

I rischi psicosociali, come vengono più comunemente indicati, hanno ripercussioni negative sul benessere e sull’economia sia del singolo che dell'azienda. Colpiscono quasi il 28% dei lavoratori e costano ogni anno a un totale di 15 stati europei quasi 300 miliardi di euro.

Il motivo è che, con il tempo, i rischi organizzativi e lo stress lavoro correlato causano malattie professionali che portano i lavoratori ad allontanarsi temporaneamente dall'azienda. Il compito del titolare dell'azienda è quello di individuare tutti i rischi presenti nella sua impresa, svolgendo un'attenta valutazione, globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire l'incremento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza (articolo 2, comma 1 lettera “q”).

E' chiaro che tra i rischi di cui terrà conto non devono mancare quelli che possono ledere al benessere psicofisico del dipendente (all'articolo 28 si legge: la valutazione deve riguardare deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004). Approfondiamo allora l'argomento della valutazione dei rischi organizzativi, come si svolge e perché è importante.

 

Cosa sono esattamente i rischi organizzativi?

Queste categorie di rischi sono quelle che dipendono dalle dinamiche aziendali, cioè da quegli elementi organizzativi, interpersonali, relazionali, in ambito lavorativo, che possono causare situazioni stressogene e la diffusione di una percezione di malessere nelle aziende.

La gestione dei turni lavorativi, per esempio, potrebbe causare un sovraccarico di responsabilità e mansioni per il singolo dipendente, non consentendogli di riposare a sufficienza o di sentirsi appagato. Le relazioni con i colleghi possono causare eccessivo nervoso e situazioni stressogene, soprattutto se avvengono episodi di violenza o abusi.

Anche se, fortunatamente, spesso questi eventi non sfociano in aggressioni fisiche, episodi di mobbing, straining, abuso di potere ecc. possono causare danni psicologici che si riversano sulla vita privata e lavorativa del dipendente.

La responsabilità del titolare dell'azienda consiste dunque nel rispettare la normativa di riferimento e attuare un'attenta valutazione dei rischi, con lo scopo di migliorare le condizioni di benessere dei lavoratori nell' ambiente in cui svolgono le loro mansioni.

 

Obblighi del datore di lavoro nella valutazione dei rischi organizzativi

Nel Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro si cita la valutazione del rischio stress lavoro correlato, ma anche i modelli di organizzazione e di gestione. Il datore di lavoro ha l'obbligo di tenere conto delle condizioni di benessere in cui lavorano i suoi dipendenti, intervenendo per un miglioramento continuo, per contrastare episodi di violenza, abusi, discriminazioni, ma anche di burnout, stress e depressione.

In particolare, all' articolo 30, si legge che tra le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro c'è anche il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo.

Questi fattori possono infatti portare a effetti stancanti del lavoro, alla depressione, a eccessivo stress, nervoso, contrasti. La valutazione deve quindi prenderli in considerazione con attenzione, coinvolgendo anche i lavoratori. Infatti, un elemento non considerato stressogeno per un lavoratore potrebbe rivelarsi deleterio per un altro.

 

Il coinvolgimento dei lavoratori

Nella Circolare del Ministero del Lavoro del 18 novembre 2010 vengono definite due fasi per la valutazione dei rischi organizzativi: una preliminare, che consiste iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte a lavoratori, dirigenti e preposti per accrescere la consapevolezza dei rischi organizzativi e promuovere la partecipazione di tutto l'organigramma nella loro riduzione.

Grazie a queste iniziative, è possibile per il datore di lavoro organizzare focus group, ricerche tra il personale, sondaggi e raccogliere informazioni per la sua valutazione del rischio organizzativo. La partecipazione di tutti i membri del team è fondamentale in quanto, mentre i rischi derivanti da macchinari pericolosi, agenti fisici, chimici, biologici ecc. sono oggettivi e immediatamente evidenti, quelli organizzativi sono spesso personali e soggettivi.

Una volta realizzate le azioni di sensibilizzazione e formazione, il titolare dell' organizzazione può svolgere la sua attività di valutazione e la redazione del DVR tenendo conto anche di rischi non immediatamente evidenti e che vanno a ledere il benessere del singolo lavoratore.

Dopo l' individuazione dei fattori di rischio, il titolare dell'azienda deve individuare interventi correttivi al fine di ridurre o eliminarli. Nel corso del tempo, questi interventi potrebbero mutare in base alla loro efficacia e alle esigenze dei lavoratori.

 

Conclusioni

Il titolare di un'azienda ha il compito di tutelare la salute e sicurezza dei suoi dipendenti, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Le attuali analisi sulle condizioni di lavoro evidenziano che un'attenzione maggiore su aspetti di tipo psicologico farà la differenza nelle aziende, in quanto i lavoratori saranno più sereni, produttivi e i profitti si alzeranno.

Soterikon è al fianco delle imprese in questa evoluzione. Da vent'anni garantiamo servizi professionali e altamente personalizzati per consentire a tutte le attività italiane di garantire la salute e sicurezza sul lavoro ma anche per porsi a norma di legge.

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Scritto da Paolo Calderone 

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Paolo Calderone

Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.


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