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Come affrontare l'inabilità parziale nel mondo del lavoro: guida rapida

 

 

L'inabilità sul lavoro rappresenta l'incapacità, totale o parziale, di svolgere un lavoro che sia ragionevolmente richiesto nella propria professione o settore di attività abituale, a causa di problemi di salute fisica, mentale o psichica.

Per comprendere meglio questo concetto, consideriamo un esempio: immaginiamo un impiegato che lavora come programmatore informatico in un'azienda. A causa di problemi di salute, come un disturbo alla vista che rende difficile la lettura dei testi sullo schermo del computer, l'impiegato potrebbe trovarsi nell'incapacità di svolgere il suo lavoro abituale con la stessa efficienza e produttività di prima. Questa situazione rappresenterebbe un caso di inabilità sul lavoro.

Per comprendere se il disturbo comporta una inabilità che apre al diritto di ricevere un’indennità, il lavoratore deve innanzitutto consultare un suo medico per verificare il suo stato di salute. In secondo luogo, durante la visita lavorativa in azienda, sarà il medico competente a decretare la sua idoneità alla mansione.

Approfondiamo meglio questo discorso che spesso crea dubbi e perplessità. Nel frattempo, non dimenticare di visitare il sito di Soterikon per scoprire tutti i nostri servizi e i corsi sulla sicurezza sul lavoro a Milano e Melzo.

 

inabilità parziale al lavoro 

 

Cos’è esattamente l’inabilità sul lavoro e qual è la differenza con l’invalidità

A volte si confondono i due termini.

L'inabilità sul lavoro è una condizione in cui un lavoratore subisce una riduzione della sua capacità di svolgere le mansioni o le attività lavorative che normalmente esegue nella sua professione o nel suo campo d'attività abituale. Questa riduzione può derivare da una varietà di cause, come un danno fisico, una malattia o una disabilità mentale. L'inabilità può essere temporanea o permanente e può essere di varia entità, da parziale a totale.

L'invalidità, d'altra parte, è una condizione di salute che comporta una significativa riduzione delle capacità lavorative di una persona al di là del contesto specifico della sua professione o del suo campo d'attività abituale. Questa riduzione deve essere di un certo grado, come nel caso di una disabilità permanente che impedisce alla persona di svolgere qualsiasi tipo di lavoro remunerativo.

Facciamo degli esempi per essere più chiari: un artigiano che subisce un grave infortunio alle mani potrebbe essere inabile a eseguire lavori che richiedono una destrezza manuale precisa, ma potrebbe comunque essere in grado di svolgere mansioni meno specializzate. Se invece una persona subisce un grave incidente automobilistico e rimane paralizzata dalla vita in giù, potrebbe essere considerata invalida in quanto non è in grado di svolgere alcun tipo di lavoro a causa della disabilità.

Anche le due pensioni che spettano ai lavoratori sono diverse. La pensione di inabilità è spesso confusa con la pensione di invalidità, ma queste sono due prestazioni distinte. La pensione di inabilità riguarda coloro che sono completamente e permanentemente inabili al lavoro, mentre la pensione di invalidità è per coloro che subiscono una significativa riduzione della capacità lavorativa, ma superiore al 67%. La pensione di inabilità è permanente, mentre la pensione di invalidità ha una durata di 3 anni, ma può essere rinnovata.

 

Cosa comporta l’inabilità sul lavoro

L'inabilità sul lavoro è una condizione che può dar diritto a determinati benefici, a seconda dei requisiti specifici. Per esempio, i lavoratori dipendenti, autonomi o parasubordinati (come gli iscritti alla gestione separata) che presentano una riduzione permanente della capacità di lavoro superiore al 67% a causa di infermità, difetto fisico o mentale e hanno accumulato almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente alla presentazione della domanda, hanno diritto a un assegno ordinario di invalidità.

L'assegno ordinario di invalidità è compatibile con l'attività lavorativa e può essere ottenuto anche se si continua a lavorare. È valido per 3 anni e può essere confermato automaticamente dopo tre riconoscimenti consecutivi.

Esiste poi la pensione di inabilità, incompatibile con qualsiasi altra attività lavorativa svolta in Italia o all'estero. Spetta ai dipendenti privati, autonomi o parasubordinati riconosciuti come impossibilitati in modo assoluto e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di infermità, difetto fisico o mentale e che hanno accumulato almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente alla presentazione della domanda, e cessato qualsiasi attività lavorativa dipendente o autonoma.

Ci sono poi le pensioni di inidoneità e inabilità per dipendenti pubblici. La pensione di inidoneità è destinata ai dipendenti pubblici che smettono di lavorare a causa di inidoneità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa. I requisiti per ottenere questa pensione includono 15 anni di anzianità contributiva.

La seconda, invece, è disponibile per i dipendenti pubblici che smettono di lavorare a causa di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa non derivante da una causa di servizio. I requisiti comprendono almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 maturati nel quinquennio precedente alla presentazione della domanda e il riconoscimento dello stato di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

 

Calcolare la pensione di inabilità

Il calcolo dell'assegno pensionistico di inabilità dipende dalla data di iscrizione all'INPS:

  • Se il lavoratore si è iscritto prima del 31 dicembre 1995, l'importo si basa su un sistema misto, includendo sia il sistema retributivo che quello contributivo.

  • Se l'iscrizione all'INPS è avvenuta dopo il 31 dicembre 1995, si applica il sistema contributivo puro.

L'importo totale è determinato in base alle settimane contributive accumulate durante la carriera lavorativa del richiedente.

 

Presentare la domanda per la pensione di inabilità

Per richiedere la pensione di inabilità, i richiedenti devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • Essere assolutamente e permanentemente incapaci di svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di infermità o difetto fisico o mentale, come certificato da un medico e valutato dalla Commissione Medica Legale dell'INPS

  • Avere almeno 260 settimane contributive (corrispondenti a 5 anni di contributi e assicurazione), di cui almeno 156 (corrispondenti a 3 anni) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda

  • Cessare qualsiasi tipo di attività lavorativa

La domanda può essere presentata online tramite il servizio INPS, tramite telefono o attraverso i servizi di CAF e patronati.

 

Conclusioni

L’inabilità parziale rappresenta una sfida per i lavoratori colpiti e per il sistema previdenziale, ma offre anche opportunità per garantire un sostegno adeguato. Gli individui che sperimentano una riduzione della capacità lavorativa non devono sentirsi soli, poiché esistono programmi e prestazioni che possono aiutarli a gestire questa transizione.

Ricordiamo che per legge il datore di lavoro non può licenziare un lavoratore inabile, invalido o non idoneo. Deve invece cambiare la mansione, anche regredendo di livello, ma sempre con lo stesso stipendio. Oppure, deve inserire il lavoratore nelle quote di riserva. Solo se non riesce a fare tutto questo può procedere con il licenziamento, che deve essere comunque provato e a cui si può sempre fare ricorso.

È fondamentale riconoscere che l'inabilità parziale non significa necessariamente il termine della carriera lavorativa. Molte persone possono trovare modi per adattarsi alle loro nuove esigenze e continuare a contribuire in modi significativi.

Per saperne di più su argomenti inerenti alla sicurezza sul lavoro e alla tutela dei lavoratori, ti consigliamo di continuare a seguire il blog di Soterikon.

 

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Scritto da Paolo Calderone 

Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08).  Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.


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