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Sicurezza sul lavoro: obblighi nei confronti dei lavoratori all'estero

 

Sono sempre più numerosi i lavoratori all'estero che dipendono da una azienda italiana. Le imprese puntano all'internazionalizzazione e allo svolgimento delle proprie attività in paesi meno costosi, con tasse più basse e per creare un rapporto proficuo con altri stati.

Come funziona in questo caso? Chi si occupa della sicurezza dei lavoratori se si trovano all'estero? Scopriamolo subito in questo interessante articolo di Soterikon, società che da più di vent'anni eroga servizi di medicina del lavoro e corsi di formazione per lavoratori a Milano e a Melzo.

Il datore di lavoro ha degli adempimenti nei confronti dei lavoratori all'estero o ci devono pensare gli addetti nella sede estera? Per cominciare la nostra riflessione, ti basti pensare che le normative italiane circa la sicurezza dei lavoratori sono più attente rispetto a quelle di altri paesi al di fuori dell'UE.

Può inoltre capitare che i lavoratori siano trasferiti in luoghi in cui vi sono crisi economiche, sociali e umanitarie, che possono davvero esporli a rischi. Ecco perché si è deciso che vigono le stesse regole del proprio Paese.

 

 

obblighi lavoratori all'estero

 

Lavoratori all'estero: cosa dice la normativa?

Se l'azienda si trova ubicata in Italia, allora la normativa da rispettare è quella del Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori. Questa si può applicare anche in paesi europei, ma il problema sorge quando i lavoratori si trovano in Stati extraeuropei.

Come sempre, il D.Lgs 81/08 ci consente di fare chiarezza: la disciplina della tutela della salute e della sicurezza negli uffici all’estero si ispira ai principi dettati dalla legislazione nazionale e comunitaria e, in particolare, ai canoni di uniformità della tutela, di prevenzione dei rischi professionali, di protezione, di eliminazione dei fattori di rischio e di incidente, di informazione e di partecipazione del personale.

Resta quindi il datore di lavoro il principale responsabile della sicurezza dei lavoratori, anche se si trovano all'estero, e non ci sono limitazioni territoriali al rispetto dei suoi adempimenti. Presso l'articolo 4 del D.Lgs 81/08 si legge che agli uffici all’estero aventi sede negli Stati dell’Unione Europea si applica la normativa locale, purché attuativa delle direttive comunitarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Si ritengono assolti gli obblighi previsti dal Testo Unico a carico del datore di lavoro e del dirigente, ovvero tutti quelli indicati negli articoli 17 e 18 (valutazione dei rischi, stesura del documento DVR, nomina del medico competente ecc.).

Per quanto riguarda i Paesi al di fuori dell'UE, le cose non cambiano: agli uffici all’estero aventi sede in Stati non facenti parte dell’Unione Europea e dotati di una normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, si applica la norma locale nel rispetto dei principi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

Il motivo di questa scelta è il seguente: spesso i lavoratori vengono trasferiti in Stati in cui le norme di sicurezza e igienico sanitarie sono inferiori a quelle previste in Italia. Ecco perché, per semplificare le trasferte, si è deciso di mantenere valido il Decreto Legge 81/08 anche in paesi esteri.

 

Cosa succede in caso di inadempimento da parte del datore di lavoro?

Una mancata o insufficiente valutazione e gestione del rischio pone i titolari delle aziende nelle condizioni di dover rispondere di responsabilità penale nei confronti dei loro lavoratori. L'accusa è quella che si muove contro quelle aziende che non effettuano la valutazione dei rischi, la redazione del DVR, la nomina dei vari membri del Servizio di Prevenzione e Protezione e gli altri adempimenti previsti.

 

Adattare le regole italiane nel mondo

Ci sono delle attività relative alla sicurezza dei lavoratori che devono essere svolte all'estero adattandosi ai luoghi di lavoro e alla preparazione del personale. Per esempio, la valutazione del rischio deve tenere conto delle situazioni estere. Tra i rischi da inserire potrebbero esserci anche gli episodi di terrorismo e la guerra, ma anche presenza di animali velenosi o feroci.

Un altro esempio riguarda la scelta del medico competente, il quale deve essere una persona dotata di tutti i requisiti previsti dal Testo Unico, ma che opera presso la sede estera. La sorveglianza sanitaria tiene anche conto delle peculiari condizioni climatiche e sanitarie dello Stato in cui è prestato servizio.

Tuttavia, ribadiamo ancora una volta che le regole per proteggere il lavoratore restano invariate e che le imprese devono rispettare ciò che riporta il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro.

Quindi, è sempre bene che il datore di lavoro dialoghi con il capo ufficio della sede estera e che conosca la situazione del paese di destinazione. La Direzione generale per l’amministrazione, l’informatica e le comunicazioni del Ministero svolge attività di coordinamento, controllo, assistenza e consulenza nell’attuazione delle norme riguardanti la sicurezza e la salute dei lavoratori da parte degli uffici all’estero, anche con poteri di impulso in caso di inerzia. Per gli istituti di cultura italiani provvede analogamente la Direzione generale per la promozione del sistema Paese del Ministero. Per le unità tecniche locali provvede la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo.

Per queste finalità, il Ministero si avvale della consulenza dell’INAIL.

 

Conclusioni

La globalizzazione ha portato anche a una internazionalizzazione delle aziende, che sono sempre più concentrate sul trovare opportunità di guadagno anche all' estero.

Tuttavia, nonostante il lavoratore sia trasferito lontano dalla sede italiana, le regole relative alla tutela della sua salute e sicurezza rimangono uguali a quelle applicate a livello nazionale. La responsabilità è nelle mani del datore di lavoro, mentre gli adempimenti per tutti i membri del servizio di prevenzione e protezione e quelli relativi alla formazione restano gli stessi.

Restano identiche anche le sanzioni in caso di mancato rispetto delle attività previste per garantire la sicurezza dei lavoratori. Se hai trasferito dei dipendenti all' estero e cerchi maggiori notizie sull'argomento, ti invitiamo a seguire il blog di Soterikon e a rimanere sempre aggiornato.

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Scritto da Paolo Calderone 

Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08).  Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.


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