
Infortuni sul lavoro: la situazione del 2024
Lavorare in un ambiente sicuro e protetto è un diritto fondamentale di ogni persona. Tuttavia, come ci ricordano i dati più recenti dell’INAIL, gli infortuni sul lavoro continuano a essere un problema significativo in Italia.
Secondo i dati più recenti forniti dall’INAIL, nel 2024 si è registrato un incremento nel numero delle denunce rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi dell’anno, infatti, le denunce di infortunio sul lavoro hanno raggiunto quota 350.823, segnando un aumento dell’1,7% rispetto al medesimo periodo del 2023.
Ma cosa ci raccontano questi numeri, e cosa possiamo fare per migliorare le cose?
Cosa dicono i numeri del 2024
Rispetto al 2021, c’è stato un aumento del 12,2%, mentre il confronto con il 2020 ci mostra un incremento ancora più significativo del 21,4%. Al contrario, rispetto al 2022, le denunce sono diminuite del 20,5%, e sono inferiori del 7,4% rispetto al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia.
Un dato particolarmente rilevante riguarda l’incidenza degli infortuni, che misura il rapporto tra le denunce e il numero di lavoratori occupati. Nel 2019 si registravano 1.635 denunce ogni 100.000 lavoratori, mentre nel 2024 questo numero è sceso a 1.461, con una riduzione del 10,6%. Questo suggerisce che, sebbene gli infortuni siano ancora troppo numerosi, stiamo facendo alcuni passi avanti nella prevenzione.
Se c’è un dato che desta sempre grande attenzione è quello degli infortuni mortali. Nei primi sette mesi del 2024, le denunce di infortuni mortali sono state 577, con un incremento del 3,2% rispetto ai 559 casi registrati nello stesso periodo del 2023. Anche confrontando con il 2019, vediamo una leggera diminuzione dell’incidenza dei decessi, che passa da 2,59 a 2,40 ogni 100.000 lavoratori, un calo del 7,3%. Tuttavia, il confronto con il 2023 mostra un aumento, anche se minimo, dello 0,8%.
I settori con un numero maggiore di infortuni
Ma quali settori sono più colpiti? Non sorprende vedere che costruzioni e manifattura sono in cima alla lista. Questi due comparti, da sempre considerati ad alto rischio, hanno visto rispettivamente 79 e 55 decessi nei primi sette mesi del 2024. Anche il settore agricolo e quello dei trasporti registrano numeri significativi, sottolineando quanto sia importante un monitoraggio continuo e un intervento mirato.
A livello geografico, le regioni del Nord-Est e le Isole mostrano un incremento delle denunce di infortuni mortali, mentre il Sud e il Nord-Ovest vedono un lieve calo. Questo dato suggerisce che le dinamiche locali e le caratteristiche dei diversi settori produttivi influenzano in modo significativo il rischio di incidenti.
Malattie professionali in aumento
Un altro fenomeno che non possiamo ignorare è l’aumento delle denunce di malattie professionali. Nei primi sette mesi del 2024, queste denunce hanno raggiunto quota 54.471, con un aumento del 22,6% rispetto al 2023. Guardando agli anni precedenti, il trend è ancora più marcato: +46,4% rispetto al 2022 e +57,7% rispetto al 2021.
Le malattie professionali più comuni riguardano il sistema osteo-muscolare, come lombalgie o tendiniti, seguite da patologie del sistema nervoso e tumori. Questi problemi di salute sono spesso il risultato di esposizioni prolungate a condizioni lavorative sfavorevoli, come posture scorrette, movimenti ripetitivi o esposizione a sostanze nocive. Le Isole e il Sud registrano i maggiori aumenti, il che potrebbe essere collegato a condizioni di lavoro più difficili o a una maggiore attenzione nella denuncia di queste patologie.
Incidenti in itinere: quando il rischio inizia fuori dal posto di lavoro
Un’altra categoria di infortuni in crescita è quella degli incidenti in itinere, cioè quelli avvenuti durante il tragitto casa-lavoro. Questi casi sono aumentati del 6,9% rispetto al 2023, passando da 52.048 a 55.664. Si tratta di un fenomeno particolarmente complesso da gestire, poiché coinvolge non solo le dinamiche del posto di lavoro, ma anche quelle legate alla sicurezza stradale e all’urbanistica.
Questo aumento può essere attribuito a diversi fattori, tra cui l’aumento della mobilità lavorativa e le difficoltà legate al trasporto pubblico o all’uso di mezzi privati. Per ridurre questi numeri, è essenziale promuovere politiche di mobilità sostenibile e sicura, come la creazione di percorsi ciclabili, incentivi per il carpooling e una maggiore attenzione alla manutenzione delle strade.
Differenze regionali: un’Italia a diverse velocità
L’analisi territoriale dei dati sugli infortuni ci racconta un’Italia a macchia di leopardo. Le Isole hanno registrato il maggiore incremento di denunce (+3,9%), seguite dal Centro (+2,3%) e dal Nord-Est (+1,5%). Tra le province, spiccano Trento (+17,5%), Bolzano (+5,3%) e Sicilia (+4,8%) per l’aumento delle denunce. Dall’altro lato, regioni come Abruzzo (-3,5%) e Basilicata (-3,0%) hanno visto una diminuzione.
Queste differenze possono essere spiegate da vari fattori, come la composizione settoriale delle economie locali, le diverse culture aziendali in tema di sicurezza e la disponibilità di risorse per la prevenzione. È evidente che non esiste una soluzione unica per tutto il Paese, ma sono necessarie strategie mirate che tengano conto delle specificità territoriali.
Perché avvengono ancora tanti infortuni sul lavoro?
A questo punto, è naturale chiedersi: perché, nonostante i progressi, gli infortuni sul lavoro continuano a verificarsi? Le cause sono molteplici e spesso interconnesse. Tra le principali possiamo citare:
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Scarsa formazione
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Mancanza di valutazione dei rischi
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Strutture e attrezzature non adeguate
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Carichi di lavoro eccessivi
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Comportamenti non sicuri.
Fortunatamente, esistono molte soluzioni per rendere i luoghi di lavoro più sicuri. La valutazione dei rischi è il primo passo per garantire la sicurezza sul lavoro. Analizzare con attenzione ogni aspetto dell’attività lavorativa permette di individuare i pericoli e pianificare misure preventive efficaci.
Il DVR non è solo un obbligo di legge, ma uno strumento essenziale per documentare i rischi identificati e le misure adottate per mitigarli. Un DVR ben fatto è un’arma potente contro gli incidenti.
Attraverso visite periodiche e analisi specifiche, il medico competente aiuta a prevenire malattie professionali e a promuovere il benessere generale.
La formazione è forse l’aspetto più importante di tutti. Ogni lavoratore, indipendentemente dal ruolo, deve essere informato sui rischi specifici del suo lavoro e sapere come comportarsi in situazioni critiche. Corsi di sicurezza, come quelli sull’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) o la gestione delle emergenze, sono indispensabili.
I dati del 2024 ci mostrano chiaramente che c’è ancora molto da fare per migliorare la sicurezza sul lavoro in Italia. Tuttavia, con l’impegno di aziende, istituzioni e lavoratori, possiamo ridurre significativamente il numero di infortuni e malattie professionali. La nostra azienda offre servizi di valutazione dei rischi, redazione del DVR, nomina del medico competente e formazione.
Investire nella sicurezza non è solo una scelta etica, ma anche una decisione strategica per il successo dell’azienda. Contattaci per maggiori informazioni.
Scritto da Paolo Calderone
Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.
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