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Giornata delle vittime sul lavoro dell'11 ottobre 2020

In occasione delle celebrazioni dell’11 ottobre per la 70esima edizione dell’iniziativa promossa dall’Anmil, dalle più alte cariche dello Stato un messaggio di coesione e impegno per non abbassare la guardia durante l’attuale emergenza sanitaria. Per il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, “la prevenzione è sempre la chiave per contrastare gli infortuni, il contagio da Covid-19 e tutti i rischi presenti nello svolgimento delle attività lavorative”


È stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a dare l’avvio ufficiale alla 70esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro di domenica 11 ottobre, promossa dall’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil). Una ricorrenza celebrata in modo diverso, a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, con il coinvolgimento delle istituzioni locali ma senza eventi a rischio assembramento, dando voce agli invalidi del lavoro e ai superstiti. Ampia la copertura informativa assicurata dalle testate radiofoniche e televisive, con servizi, collegamenti e spazi di approfondimento ai quali hanno preso parte, tra gli altri, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, e il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, intervistati durante lo speciale di Rainews 24 “Morire di lavoro”. Numerosi i messaggi di sostegno e partecipazione giunti dal mondo della politica e dei sindacati e dalle istituzioni, tra cui quelli dei presidenti di Senato e Camera dei deputati.
 
Mattarella: “L’impegno per la sicurezza sul lavoro non arretri davanti all’emergenza”. “L’impegno per garantire la massima sicurezza sul lavoro non deve arretrare di fronte a nessun evento emergenziale, perché la tutela della salute di chi lavora costituisce un bene primario su cui si misura la civiltà delle economie avanzate – ha sottolineato il Capo dello Stato nel messaggio inviato al presidente dell’Anmil, Zoello Forni – Quest’anno, a causa della pandemia, si sono avute ripercussioni drammatiche sulla salute dei lavoratori. In molti sono stati particolarmente esposti al rischio, come nel caso del personale sanitario e socio-assistenziale. Dobbiamo ringraziare medici, tecnici della salute e tutto il personale dei servizi sanitari per aver fronteggiato inedite situazioni di emergenza: è questo l’ambito in cui si colloca un terzo degli infortuni con esito mortale denunciati all’Inail nel primo semestre di quest’anno”. Mattarella ha poi ricordato i lavoratori dei servizi essenziali, “che hanno consentito la prosecuzione delle tante attività economiche ritenute indispensabili alla nostra vita quotidiana”.
 
Pieno sostegno dai presidenti di Camera e Senato. “Ogni morte, infortunio o rischio corso da un lavoratore rappresenta una sconfitta per lo Stato. Come ha confermato il dramma della pandemia, garantire la salute e l’incolumità in fabbrica, negli uffici, in tutti i luoghi di lavoro è una priorità assoluta per il nostro Paese”, ha dichiarato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. “Salute e sicurezza sul lavoro sono un fronte su cui non possiamo interrompere gli sforzi”, ha sottolineato nel suo messaggio il presidente della Camera, Roberto Fico, per il quale “la sequenza drammatica di incidenti mortali che continuano a verificarsi nei cantieri e nelle aziende del nostro Paese rappresenta un’emergenza nell’emergenza, una piaga sociale che va sanata. In ogni settore l’incolumità fisica di ogni lavoratore deve essere concepita come un inderogabile dovere morale”.
 
Catalfo: “Dobbiamo trasformare l’emergenza in opportunità”. “Oggi sappiamo bene quanto è importante indossare la mascherina e rispettare i protocolli per la tutela della salute”, ha fatto notare la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo. “L’emergenza epidemiologica ci spinge a ripensare le nostre abitudini, soprattutto quelle lavorative. In questo scenario, dobbiamo trasformare l’emergenza in opportunità per rimettere al centro del dibattito pubblico il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. E dobbiamo farlo subito. Nella Nota di aggiornamento al Def – ha aggiunto – ho inserito un collegato che riguarda proprio il tema della sicurezza sul lavoro e che mira a una profonda revisione della normativa. Il mio obiettivo è quello di potenziare la formazione e l’informazione, che devono essere costanti”.
 
Bettoni: “Nei primi otto mesi del 2020 su 823 decessi 303 morti per Covid-19”. È stato il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, a chiarire ai microfoni di Rainews 24 come l’emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus e la sospensione di molte attività produttive tra marzo e maggio abbia influenzato l’andamento infortunistico nel 2020. “Le denunce di infortunio nei primi otto mesi di quest’anno sono diminuite del 22,7% rispetto al 2019 – ha sottolineato Bettoni – Al 31 agosto ne abbiamo registrate 322.132 mila, di cui circa 52mila da Covid-19. Nello stesso periodo, però, le morti sul lavoro sono aumentate del 20,1%, per un totale di 823 decessi, 303 dei quali legati al virus. Per circa il 70% i contagi di origine professionale riguardano lavoratori dell’ambito sanitario, mentre il resto delle denunce include i dipendenti delle aziende che non si sono fermate durante il lockdown”. Nel suo intervento dell’8 ottobre, all’evento di presentazione della Giornata dell’Anmil, il presidente dell’Inail aveva già spiegato che “la prevenzione è sempre la chiave per il contrasto degli infortuni sul lavoro e del contagio da Covid-19, come per tutti gli altri rischi che continueranno, purtroppo, a essere presenti nello svolgimento delle attività lavorative”.
 
Fonte: INAIL

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