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Smart working, le nuove regole: che succede dal 15 ottobre?

L'emergenza Sanitaria Covid19 ha perlopiù indirizzato i lavoratori in telelavoro, che propriamente in SmartWorking.

In Italia si contavano circa 570mila lavoratori agili, che nei mesi più critici sono diventati addirittura tra 6 ed 8 milioni. 

Ora che l'emergenza normativa sullo SmartWorking terminerà il prossimo mese di ottobre ci si domanda cosa succederà?

Strumento fondamentale nella fase emergenziale che ha permesso la continuità lavorativa, come ha voluto ribadire  il Ministro del Lavoro Catalfo, lo smart working secondo molti si candida a rivoluzionare il mondo del lavoro, da qui al prossimo futuro.

Prima però, come sollecitato da più parti, è necessaria una riflessione generale per fissare il perimetro di norme e competenze, coinvolgendo aziende, lavoratori e parti sociali.

Proprio in quest’ottica si attendono novità in vista del 15 ottobre, quando cioè in concomitanza con la fine dello stato d’emergenza, calerà anche il sipario sull’attuale meccanismo semplificato che consente al datore di lavoro di ricorrere allo smart working con una decisione unilaterale.

Di fatto ciò significa che, in mancanza di un intervento del Ministro, dal 16 ottobre i datori di lavoro dovranno ripristinare il meccanismo della legge 81, e dunque stipulare accordi individuali con i singoli lavoratori coinvolti nello smart working.

Nel frattempo, le “big” hanno messo il turbo siglando accordi a livello di contrattazione aziendale con i sindacati per disciplinare il ricorso al lavoro agile.

Al momento, tante le ipotesi di intervento al vaglio del Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che il prossimo 24 settembre ha convocato sindacati e associazioni datoriali al tavolo sul lavoro agile per fare il punto, con l’obiettivo dichiarato mettere mano all’impostazione della legge.

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